Le canzoni dei Florio’s parlano di sentimenti, ipocondrie, disperazioni e rassegnazioni. La musica distorce e affianca la voce pulita: il contrasto è quello che gli interessa, lo scontro, l’opposto, il confronto. Scrivono canzoni violente per esorcizzare le brutture: quando si è felici si scrivono brutte canzoni perché quando si è felici non si ha bisogno di niente. La band scrive canzoni per il bisogno di essere felici.

Quando avete deciso di dedicarti alla musica e perché?
Abbiamo iniziato tutti in adolescenza, per passione e per aggregazione. La musica è quello che in una cittadina ti fa entrare “nel mondo” e a noi è servita per superare le nostre timidezze e far parte di qualcosa. Poi con gli anni è diventata un bisogno, prima di avere un’individualità e poi di comunicazione.

Quali sono stati i vostri primi passi nel mondo della musica?
Abbiamo tutti fatto parte di diverse band locali, perlopiù cover band dal pop all’hard rock. Dopo le più disparate esperienze sia live (locali, piazze, vicino e lontano dal nostro paese), abbiamo iniziato a selezionare i nostri percorsi e ci siamo ritrovati, 5 anni fa, a iniziare un progetto che prima stravolgeva la musica italiana degli anni ’60 e poi ci ha visto scrivere musica originale.

Qual è il vostro genere musicale?
Il nostro suono di rifa all’alternative italiano e americano degli anni ’90. Le sonorità che cerchiamo sono spigolose e dissonanti, per creare un contrasto con la pulizia e la melodia della voce di Valeria.

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Quali artisti hanno influenzato la vostra scelta musicale?
Il grunge e l’alternative sono sempre presenti tra le nostre influenze, ma non ci accompagnano con la frettolosità di un orecchio adolescente, piuttosto influiscono sulla scrittura grezza e spontanea dei riff o dei brani. Poi il distacco anagrafico dalle dinamiche di questi generi ci permette di levigare e strutturare con più pazienza le canzoni. Quindi se da un lato ci sono gli Alice in Chains, i Nirvana o i RATM, dall’altro guardiamo alla scena italiana degli Afterhours o dei Marta sui Tubi. Di sottofondo, abbiamo tutti nelle orecchie i mostri sacri del rock, dai Led Zeppelin ai Pink Floyd a Janis Joplin. E’ un calderone di ispirazioni che ci spinge a mescolare tutto senza cercare di somigliare a qualcuno nello specifico.

Avete mai pensato di mettere insieme una band per i live?
Florio’s è il nome della band che portiamo avanti dal 2011 e nella quale investiamo tutte le nostre energie creative.

Che cosa ne pensate dei Talent Show?
Pensiamo che siano format pensati per la televisione, di conseguenza l’obiettivo centrale non sia la musica. Sicuramente sono un modo per guadagnare visibilità, ma la domanda che ci facciamo è se sia utile emergere per l’occhio e non per l’orecchio del pubblico. Raramente, infatti, i vincitori dei talent mantengono il successo per più di una stagione, perché sparendo dal video spariscono dalla memoria. Non ci sembra una strada nè utile nè nobile.

Che cos’è la musica per voi?
La musica è comunicazione, è un esorcismo, è la risposta a un bisogno di cristallizzare sensazioni. Per quanto riguarda noi, scriviamo canzoni violente per esorcizzare le brutture. Quando si è felici si scrivono brutte canzoni perché quando si è felici non si ha bisogno di niente. Noi scriviamo per bisogno di essere felici.

Descrivi il tuo singolo in 3 parole.
Viscerale, tagliente, ossessivo.

Quando prevedete di uscire con un nuovo singolo o un nuovo album?
L’album è uscito il 19 gennaio ed è stato presentato a Roma, al Defrag, e dal giorno seguente è stato reso disponibile su tutte le piattaforme digitali per l’acquisto e lo streaming. Nei prossimi mesi usciranno altri due singoli oltre a “Dove”, pubblicato il 4 gennaio.

Abbandonereste l’Italia per vivere un’esperienza musicale all’estero?
Scriviamo canzoni in italiano quindi per ora siamo concentrati qui, ma se dovesse capitare un’occasione o lo stimolo a cambiare aria ci proveremmo. Non facciamo programmi e intanto aspettiamo quello che ci regalerà il 2017.

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