L’inno Where will it end dedicato aI 148 studenti uccisi a Garissa (Kenya) il 02 di aprile 2015
VARIA la compilation di Musica For Africa, il progetto musicale italo britannico, composto da 10 brani tra i quali l’inno “Where will it end”, dedicato ai giovani studenti di Garissa (Kenya) del 2/04/2015
Il prossimo 2 di aprile, si celebrerà il nono anniversario della strage. Il laboratorio artistico, di Musica For Africa, incontra la musica europea rappresentata dalla musica rock e classica, con quella dell’Africa, culla della musica soul, emigrata poi negli Stati Uniti.
Il progetto musicale è opera dell’italiano Mariano Schiavolini aka Aria, compositore musicale di Ventimiglia, e l’autrice, Nikki Turner di Cambridge. I due artisti nel maggio 2015, sulla scia dell’emozione di questo grave fatto, hanno scritto una canzone dedicata alle vittime ed alle loro famiglie.
Il brano vuole esprimere solidarietà e sostegno verso quei 148 ragazzi innocenti uccisi in quanto cristiani.
Il progetto discografico è stato registrato nello storico Downtown recording studios di Johannesburg, della Gallo Record, dove hanno inciso i dischi Miriam Makeba, e i più grandi artisti africani, a sostegno dei diritti umani e contro l’apartheid.
Il Progetto è stato accolto da molti artisti africani, di più religioni, che hanno offerto la propria arte alla causa, per la pace.
Anche il coro dei giovani studenti dell’Università di Johannesburg ha voluto dare il proprio contributo, scrivendo tra l’altro una parte del testo in lingua zulù. Perfino il grande coro Soweto Gospel, è stato attratto dal progetto, e Mariano Schiavolini, ha curato la produzione dei i brani di questo importante gruppo internazionale.
Mariano in arte Aria, per l’occasione ha dato vita a una serie di canzoni, che unisce lo spirituals con il rock progressivo, e il jazz. Il risultato è stato una miscela unica di generi che creano interessanti contaminazioni sonore collocando l’artista Aria in quel gruppo di artisti internazionali, rappresentanti della world music.
Abbiamo ottenuto la collaborazione di Clayton Bryant, cantante di New York, che ha lavorato con artisti come Bruce Springsteen, Elton John, Sting, Aretha Franklin, John Legend, Natalie Cole, Michael Jackson, Whitney Houston, e Thuthukani Cele, South African native ex collaboratore musicale e tastierista di Lucky Dube, e l’artista congolese Mermans Mosengo membro del gruppo internazionale Playing for Change. Mermans è un sostenitore di Unicef, e collabora insieme ai figli di Bob Marley.
Da questa collaborazione sono nati altri dischi, come “The Next Life”, una ballata rock dedicata all’ambiente e agli animali. Un brano che fa parte del doppio singolo patrocinato dall’organizzazione mondiale ONU, dell’Earth Day, che si terrà il lunedì 24 aprile prossimo. I testi sono stati scritti da B. Warner di Los Angeles, collaboratrice di Flea, dei Red Hot Chili Peppers.
Il disco, pur di nicchia, ha ottenuto ben 2 milioni di visualizzazioni, ed è entrato in classifica in diversi paesi. In Italia è arrivato al 9 posto, ed è stato trasmesso dalle maggiori radio inglesi, tra le quali BBC, e in quelle Australiane.
In questi giorni, è uscito sul mercato il nuovo doppio singolo contenente due canzoni nello stile jazz contemporaneo, con le classiche influenze della world music, di Aria, che ha lavorato in collaborazione con Peter Gabriel nel suo studio di Bath in Inghilterra per gli arrangiamenti e i missaggi.
I brani sono stati interpretati dalla vocalist jazz newyorchese, Joanna Teters in arte Velvet Belle assai nota nell’ambiente del jazz americano, e in Italia, per aver cantato in Umbria Jazz, che con il suo particolare timbro vocale ricorda un po’ alcune voci del passato come quella della Billie Holiday, Dinah Washington, Nina Simone.
I due brani sono stati eseguiti al pianoforte da Aria, insieme alla band, e i coristi di Miriam Makeba, importanti musicisti, che a seguito della morte di Mama Africa, hanno collaborato con i maggiori artisti afro americani che rappresentano il miglior sound della musica jazz, di quei continenti, contaminata con il soul, e il funk stile anni 80 con basso con tecnica popping di Peter Sklair bassista dei Manfred Mann’s in linea con lo stile di Bernard Edwards degli Chic.
Il pianoforte di Mariano, dialoga con il pianoforte di Paul Hanmer, grande pianista internazionale, della scuola di Keith Jarrett.
I due brani di Aria, contengono influenze classiche, essendo inserito all’interno parti di strumenti orchestrali tra i quali il clarone, e strumenti derivanti dalla musica medioevale, inconsueti nella musica jazz, come la piva, la zampogna, le trombe medioevali, che si potranno ascoltare nel finale di “Blind Eyes”, con l’aggiunta della grande voce del sax tenore di Ayo Solanke artista solista di gospel jazz.
In “Find That Man”, si possono apprezzare nella parte centrale, nel bridge della canzone, armonie appartenenti al fado portoghese. Aria quindi rappresenta un nuovo jazz sperimentale, vicino alla musica rock progressiva, tutto da scoprire.